Corriere della Sera: come si diventa il quotidiano più letto in Italia

Corriere della Sera: come si diventa il quotidiano più letto in Italia

Dicembre 13, 2019 Off Di Danilo donati

Cosa ha fatto, nel tempo, de “Il Corriere della Sera” una delle testate più lette in Italia e in grado di reggere bene la sfida della digitalizzazione? Sicuramente una lunga tradizione: si tratta, infatti, di una delle testate storiche del giornalismo nostrano, attiva fin da tempi d’oro quando non era strano trovare in edicola e sulle pagine dei giornali i contributi di grandi personaggi letterari come D’Annunzio, Deledda e via di questo passo.

Anche la versatilità e l’apertura ai cambiamenti, però, hanno giocato una parte importante: ripetuti sono stati, infatti, gli annunci di re-styling che avrebbero interessato la versione da edicola del CorSera, quella digitale o, cosa non meno importante, la struttura organizzativa della redazione e del lavoro giornalistico.

La formula CorSera è ancora la soluzione per il giornalismo italiano? 

Cos’è, insomma, oggi il Corriere della Sera? Come prodotto giornalistico, un prodotto – forse il primo in Italia – a essere pensato in maniera davvero integrata, senza più la classica distinzione cioè tra notizie e pezzi per la stampa e notizie e pezzi per il web, nonostante le due edizioni continuino a co-esistere.

Ci sono, del resto, trend che non possono essere ignorati in questo senso: anche in Italia, come nel resto del mondo, si legge sempre di più in digitale, soprattutto quando si tratta di informazione più che di lettura da intrattenimento; ai siti dei giornali si arriva attraverso i social o attraverso aggregatori di news e la fruizione di notizie si fa sempre più nomade.

Tutto questo però non vuol dire che non si abbiano brand di riferimento anche quando si sceglie di informarsi: non solo gli adulti ma anche i lettori più giovani eleggono, cioè, fonti d’informazione predilette, in genere in base a una certa concordanza di valori e di visioni del mondo, e tendono a rimanervi fedeli, soprattutto quando sono alla ricerca di approfondimenti o di analisi e visioni del mondo.

Allo stesso modo, se il prodotto notizia è presto superabile e, per questo, preferito in versione digitale, la carta stampata ha ancora il suo fascino quando si tratta di numeri o allegati tematici: in casa Corriere lo dimostrano il successo di allegati del weekend come “La Lettura”, che ha recuperato negli anni la tradizione di pagina culturale e che ha lettori fissi e affezionati, anche tra i giovanissimi, che la aspettano ogni settimana in edicola.

Una diffusione ragionata delle notizie tra i diversi canali e un timing studiato alla perfezione fanno il resto: da qualche anno, infatti, anche “Il Corriere della Sera” ha adottato approccio e strategia multicanale che provano ad allungare il ciclo di vita di una notizia, distribuendola con tempi diversi in luoghi e a pubblici diversi.

Tradotto in termini più pratici ciò significa un’organizzazione del lavoro giornalistico che non può non cambiare nel tempo e, se al CorSera molto è stato già fatto in questo senso, non è da escludere che tanto c’è ancora da fare, soprattutto perché redattori e chi si occupa di lavoro di desk abbiano competenze e saperi sempre aggiornati e adeguati alle reali esigenze del mondo dell’informazione.

Un accenno va fatto, infine, al modello di business di Via Solferino. Con le altre grandi testate italiane “Il Corriere della Sera” condivide una crisi di letture che è, però, essenzialmente e vista da vicino una crisi delle vendite dei giornali: proprio questo porta alla luce il fatto che il digitale ha imposto, e continuerà a farlo, la necessità per i giornali di variare, anche proprio nel senso di diversificare, i propri canali di profittabilità.

Se abbonamenti e vendite sono le vie più tradizionali, presto non si potrà più far a meno di pay-wall (al momento fissati a venti articoli letti dalla versione desktop) e altri limiti alla lettura gratuita in digitale.