Co.Mark, Export: nuovo record per il Made in Italy all’estero

Co.Mark, Export: nuovo record per il Made in Italy all’estero

Dicembre 30, 2022 Off Di Kurt Jacobs

Procede spedita la crescita dell’export italiano, che per la prima volta in un anno supera il valore di 600 miliardi di euro. È quanto emerge dall’ultima recensione dell’ISTAT, l’Istituto nazionale di statistica, in cui sono presenti alcuni commenti sui principali settori industriali che hanno contribuito alla crescita delle vendite dei prodotti italiani nei mercati internazionali. La recensione rileva un aumento delle vendite all’estero a doppia cifra per l’undicesimo mese consecutivo: a settembre le esportazioni hanno raggiunto un +21,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Leggendo i commenti dell’Istituto, inoltre, si evidenzia che il fatturato export ha ottenuto un incremento di circa 10 miliardi rispetto allo scorso anno.

I commenti sui risultati raggiunti dalle imprese italiane sembrano confermare le opinioni di Co.Mark, la nota azienda di consulenza per lo sviluppo commerciale estero, che identifica la proattività delle imprese italiane e l’adozione delle nuove strategie di marketing digitale tra i principali fattori che hanno permesso di rafforzare la posizione dei prodotti del Bel Paese nei principali mercati esteri.

Le esportazioni, ribadisce Comark nelle sue recensioni, rappresentano un volano utile alla crescita del business delle pmi del territorio, da promuovere mediante l’adozione di investimenti come quelli promossi dal Patto per l’Export e inclusi all’interno delle previsioni del PNRR. Tra gli strumenti oggi indispensabili per le pmi, sottolinea l’azienda nei suoi commenti, spicca anche l’introduzione di nuove figure professionali che aiutino l’imprenditoria locale a massimizzare i propri investimenti per lo sviluppo commerciale nei mercati internazionali. Sono un esempio i Digital Export Manager, figure professionali che hanno l’obiettivo di guidare i board aziendali nell’adozione di una strategia digitale per l’internazionalizzazione, soprattutto in quei mercati lontani dall’Italia da un punto di vista geografico e culturale.

 

I settori più importanti per l’export italiano

Analizzando i dati e i commenti contenuti nella recensione dell’ISTAT, emergono le opinioni sui principali fattori che hanno contribuito alla crescita delle esportazioni: tra questi viene segnalato l’aumento dell’inflazione, che ha determinato un incremento del prezzo dei listini per i consumatori. Le opinioni dell’ISTAT analizzano inoltre i principali settori che hanno contribuito maggiormente al tendenziale aumento dell’export, tra cui si segnala: l’industria farmaceutica, chimica e botanica, che ottengono un +36,2%, il settore dei macchinari e delle apparecchiature, che raggiungono un +13,6% e i metalli di base, oltre ai prodotti in metallo, con l’esclusione delle macchine e degli impianti (+15,5%). Buone anche le performance dei prodotti alimentari, delle bevande e del tabacco, che ottengono un +19,8%. La recensione dell’Istituto analizza infine i principali mercati di sbocco dei prodotti italiani, riportando i paesi che forniscono un contributo maggiore all’incremento dell’export nazionale. Le opinioni degli esperti concordano infatti sul fatto che l’attuale trend positivo sia stato positivamente influenzato dalle commesse provenienti da alcuni mercati target: dagli Stati Uniti (+48,6%), alla Germania (+14,8%) fino agli altri paesi OPEC (+49,1%). Le opinioni, inoltre, sottolineano la flessione delle vendite dirette in Russia, considerate una diretta conseguenza dell’attuale scenario geopolitico internazionale. La strada intrapresa dalle pmi italiane suggerisce il raggiungimento di buoni risultati di crescita anche per il futuro, in cui le aziende del territorio avranno la possibilità di aumentare le vendite all’estero utilizzando gli investimenti destinati alla digitalizzazione messi a disposizione dal PNRR.